dr Carlo D'Ammassa
Medico Chirurgo
Medicina Cinese - Agopuntura


Domande consuete
I dolori di vario tipo, i traumi, le allergie, le disfunzioni del sonno, del ciclo mestruale, i disturbi digestivi, respiratori e della fertilità.
Inoltre le alterazioni del tono dell’umore, le malattie della pelle, la disassuefazione dal fumo ed altre forme di dipendenza.
Sì.
Sì, come ad esempio nel caso di alcuni malati oncologici, o donne alle prese con i protocolli di fecondazione medicalmente assistita.
No, se non occasionalmente e in minima parte.
No.
Essi sono molto sottili e penetrano la cute solo di poco.
Tutti abbiamo paura degli aghi, me compreso, ma le assicuro che con il tempo le capiterà addirittura di affezionarsi a questi strani oggetti.
In verità nessun paziente che smette l’agopuntura lo fa esclusivamente per la paura di essi.
Pochi ed ovviamente sterili: da un minimo di 1 ad un massimo di 8-10.
In genere un ciclo di agopuntura prevede 6-8 sedute.
Una a settimana, solo occasionalmente due.
25 minuti.
Il paziente in trattamento è sempre disteso su un comodo lettino.
No.
Essa cura il disturbo riequilibrando l’organismo attraverso la stimolazione di punti ben precisi sulla cute che giacciono su specifici percorsi energetici chiamati meridiani.
Identica a quella di ogni medico e terapeuta, con un’ampia parte discorsiva ed un’altra specifica che prevede la palpazione dei polsi e l’ispezione della lingua.
Anch’io - mi verrebbe da risponderle.
Senza scetticismo non avrei curato nessun paziente.
Dia la possibilità alla terapia di provarle la sua efficacia dopo di ché può più facilmente capire se l’agopuntura faccia o non faccia per lei.
Finora no.
Sì, la cosiddetta moxa, una tecnica che sfrutta il calore della combustione di un’ erba chiamata Artemisia.
Poi altri ancora.
In genere no.
Come sempre la cosa giusta sta nel mezzo: molto meglio non essere né fanatici della materia, né ostinatamente intransigenti a quel che si ignora.
Gestanti ed anziani certamente sì; con i bambini ho una esperienza ridotta.
Potenzialmente sì, e perciò è più rassicurante che sia praticata da personale esperto e conoscitore dell’organismo umano.
Ovviamente sì.
Entrambi.
L’agopuntura ha una sua innegabile potenza curativa ma il bravo terapeuta non è soltanto l’esecutore di protocolli, ma colui o colei che mette quel singolo paziente nelle migliori condizioni per ricevere il trattamento.
Senza una buona relazione tra quel medico e quel paziente anche la migliore terapia rischia di non portare frutti.
In 20 anni di professione ne ho trattati tanti, molti di essi sono guariti o comunque migliorati, alcuni addirittura nonostante le nostre cure.
Credo nessuna.
Parlare del nostro lavoro però non è mai facile perché non vendiamo oggetti di consumo ma proponiamo percorsi di terapia, per cui - di noi medici - è meglio che parlino soltanto le persone di cui ci siamo presi cura.





